Perché fare benchmarking con altre web agency?

Da 3 mesi, abbiamo iniziato un percorso di business design per riconoscere le minacce e le opportunità della nostra azienda e del progetto benefit LeROSA.

Non ha niente a che fare con l’ analisi SWOT, ci si siede con un design thinker, per noi Gaia Provvedi per comprendere e analizzare costantemente come si muove il mercato, quanto veloci dobbiamo essere nei nostri cambiamenti e cosa dobbiamo proporre in base alla nostra esperienza ai nostri potenziali clienti.

Quello che mi appassiona di più è l’opportunità di fare benchmarking con altre imprenditrici e imprenditori del mio stesso settore.

In un momento in cui tutti stiamo cercando di capire cosa accadrà nei prossimi anni e con quale velocità l’intelligenza artificiale modificherà il nostro flusso di lavoro e, di conseguenza la nostra offerta sul mercato.

Io lo chiamo caffè virtuale, anche se mi piacerebbe di più che fosse reale. Non vedo l’ora che l’intelligenza artificiale mi tolga quel 50% di lavoro che mi permetta di investire il mio tempo per sedermi al caffè e godermi la persona che ho davanti facendo due chiacchiere, senza avere di fronte uno schermo bidimensionale.

Ogni giorno, qui su LinkedIn, contattiamo imprenditrici e imprenditori del mio settore, ma che non si occupano internamente (o se ne occupano limitatamente) di SEO e content strategy. Chiedo loro 30 minuti del loro tempo per poter somministrare un questionario che abbiamo studiato con Gaia e che mi servirà per modificare e rinforzare la mia CVP (Customer Value Proposition).

Amiamo lavorare con il nostro B2B

Ho sempre pensato che il mondo del digitale fosse troppo vasto per poter affrontare tutte le sue discipline senza diventare un’azienda troppo strutturata per i miei gusti.

Per questo ho creato un’azienda piccola e snella, focalizzata sul posizionamento dei siti web su Google, per ottenere i migliori risultati possibili per il mio settore. E così ho continuato, dall’anno di fondazione di SeoSpirito, 2015 caspita… quanto tempo!

Nel corso degli anni ci siamo avvicinati molto ai nostri colleghi. Abbiamo collaborato con agenzie di comunicazione importanti e più strutturate che preferiscono un partner piuttosto che un intero reparto dedicato al traffico organico.

Questo ci ha permesso, anche, di entrare a far parte di un grande gruppo, ma di continuare a lavorare serenamente con altre agenzie. Il nostro gruppo è strutturato per comportarsi da reparto marketing (non solo digital) interno, ma lavoriamo tantissimo con altre agenzie sul territorio e, per Global Business Solution Srl, noi siamo chiamate ad essere partner nei progetti di SEO e content strategy.

Lavorare con altre web agency o agenzie di comunicazione significa implementare rapidamente la tua conoscenza del panorama digitale, lavorare su progetti diversificati, confrontarsi con molte persone e crescere nel tuo settore.

Ho imparato moltissimo stando accanto a persone di grande valore all’interno delle agenzie, magari meno esposte e pubbliche ma con immensa esperienza, grandissima creatività, forte orientamento al risultato.

E adoro poter collaborare con il mio team e l’agenzia di content marketing, che riceve continua formazione da noi per uscire dalla logica triste delle content factory, di Angelica Eruli che mi supporta quando ci sono progetti mastodontici di article marketing, con altre realtà del mio settore.

[Tra i collaboratori ci metto ormai anche AI qb che mi sta permettendo di liberare tempo per me e il team concentrandoci su strategia e misurazione di risultati più spinta].

Ciò che ancora non comprendo, ed è una delle domande del mio caffè virtuale, è

Perché nel 2023 non riusciamo ancora a pensare che, dato un contratto o un patto di non concorrenza, è possibile lavorare serenamente in trasparenza, senza dover nascondere la presenza di un’agenzia partner verticale per supportare meglio i propri clienti. [Al netto di vincoli di appalti di gara]

Le agenzie web, infatti, non ci permettono spesso di poter raccontare la nostra partnership (perché di questo si tratta quando si lavora con noi). Per quanto sia un’imprenditrice e, in parte, ne comprenderne il motivo, attualmente non ci riesco più.

Co-brand e Economia circolare per le web agency

Ho imparato da Susanna Martucci Fortuna la potenza dell’economia circolare e del Co-Brand. La sua Società crea nuovi prodotti dagli scarti di altre aziende e ogni volta che crea un nuovo prodotto, appone il proprio marchio e quello dell’azienda che ha lasciato lo scarto, raccontandone la storia.

Co-brand e economia circolare per web agency

Possono essere anche aziende competitor, con scarti simili, ma il fatto che siano concorrenti non viene percepito come un problema. Anzi, il bello è proprio creare qualcosa di unico nello stesso mercato dimostrando di essere in grado di collaborare.

Giulia è inevitabile avere concorrenti.

Questo lo so bene, ad una certa chi prende il lavoro al posto mio o dell’agenzia con cui collaboro è un competitor. E allora?

So per certo, anche, che dichiarare la presenza di partner in un progetto e spiegare ai nostri clienti perché ci avvaliamo di altre competenze è solo un grandissimo messaggio per il cliente finale.

E tutto viene dal concetto di economia circolare che reputo applicabile non solo all’ambiente, ma anche al nostro settore.

L’economia circolare implica la condivisione, il prestito, il riutilizzo, la riparazione, il ricondizionamento e il riciclo dei materiali prodotti esistenti il più a lungo possibile. I suoi vantaggi sono molteplici, tra cui la riduzione della pressione sull’ambiente, l’ottimizzazione delle disponibilità di materie prime e un’impulso all’innovazione e alla crescita economica. [Europarlamento]

Prendo alcuni di questi termini e li applico per far comprendere la mia visione.

Condivisione e prestito delle risorse sono già la realtà per molte agenzie web verticali o meno.

Nel mio caso, ad esempio, se devo lavorare a una strategia di link building, contatto LinkEasy, che si occupa esclusivamente di quella disciplina. In questo modo, mettiamo in condivisione le nostre risorse e offriamo al cliente un servizio migliore.

La riduzione della pressione sull’ambiente è un concetto importante, soprattutto perché, negli ultimi anni sono aumentate le microimprese e i servizi da freelance, da rendere troppo frammentata l’offerta e mettere in confusione il cliente finale.

Spesso, infatti, il nostro B2C si trova di fronte ad offerte disallineate, con una forbice di prezzo troppo ampia, tipica di un mercato che ancora non è regolamentato. [Vedo già nuovi mostri con l’avvento di chatgpt &Co.]

È vero che c’è tanto lavoro da fare e per tutte le tasche, ma non tutti possono avere un business online fiorente.

La competizione sul web è diventata veramente forte, serve un mercato più coeso, capace di supportare la domanda proponendo un’offerta comprensibile sia nel prezzo che nel contenuto. Non è la frammentazione attuale che porta i migliori benefici, nel settore delle PMI.

Ricordiamoci sempre che lavorare con Aziende strutturate e consce non è ancora la normalità, di Nicola Cavalleri non è piena l’Italia eh? Mi scusi se l’ho presa come esempio di persona competente in Azienda di grandi dimensioni a tradimento 😉

Innovazione e crescita economica vanno sempre di pari passo.

Sono convinta che dove c’è un benchmark, c’è un mercato che cresce per supportare chi vende e chi compra.

Nella mia vecchia vita, partecipavo ogni due mesi a un benchmark di settore in cui le aziende confrontavano tutti i loro numeri e cercavano soluzioni sostenibili per il mercato che permettessero loro di avere un prezzo e una forbice di concorrenza tale per cui il mercato stesso filava e il cliente non era disorientato.

Non sono un’esperta di economia, ma studio tanto per comprenderla al meglio ma sono certa di non sbagliarmi nel dire che le nostre collaborazioni con altre agenzie sono proficue per entrambe le parti.

I nostri clienti hanno risultati, mantengono i contratti e continuano a crescere.

That’s all Folks e come sempre raccontatemi come la vedete voi, anzi, visto che sono in vena di caffè virtuali, se siete CEO di agenzie web o comunicazione e vi va, prendiamoci questi 30 minuti di pausa.

Fare benchmark di settore è crescere il proprio mercato