Come viene percepita la SEO dalle aziende italiane?

Credo che la SEO sia ancora una parentesi boh nella testa della maggioranza delle Aziende Italiane, che ricordo non essere tutte strutturate con un Digital Manager, Ecommerce Manager, Content Manager al suo interno.

Una riflessione oggi, veloce, che spero generi anche un bel confronto. Con il covid mi sono ritrovata catapultata a 10 anni prima almeno: richieste da parte di moltissime Aziende che avevano intuito di dover avere a che fare con noi che ci occupavamo di SEO ma senza comprenderne appieno il significato, l’investimento, le implicazioni di questo percorso.

Diciamo alla fine della pandemia, siamo però allo stesso punto, si fatica ancora a far comprendere che non si fa SEO, si deve avere un progetto di promozione attraverso i canali di comunicazione adeguati al pubblico che vogliamo raggiungere.

Si fatica ancora a comprendere che chi fa SEO ha in mano uno dei canali di conversione migliori ma che, solo in alcune nicchie di mercato, può farcela con la sua forza e basta.

Luca Alberigo, nel suo “Verso un’ecologia del web. La via italiana al Digital Marketing” di cui ho scritto la prefazione parla chiaro nella sua parte seconda con 4 paragrafi che la dicono tutta:

  1. La gestione della complessità digitale: trasformare sconosciuti in clienti
  2. I cocktail sono meglio degli shot
  3. Budget, mica “bruciamo dollari”
  4. Il ruolo del Digital Manager

Il cocktail è una vera e propria bevanda: ha una ricetta che guarda a un target specifico, ogni cocktail ha il suo contesto sociale, ogni cocktail ha la sua storia e le sue caratteristiche che lo rendono diverso da qualsiasi altro. Un bicchierino di shot è solo un bicchierino mezzo vuoto di superalcolico liscio. Se l’obiettivo è quello di fare un’esperienza alcolica, fine a se stessa, senza pretendere un qualche tipo di valore aggiunto, trangugiare uno shot può essere una soluzione“.

Ecco, la SEO è parte di ogni cocktail se vogliamo, finche c’è un sito web c’è SEO da fare, fin dall’inizio, non è un in più, non è qualcosa da cui possiamo esimerci, è la base di ogni cocktail da paura, ma da sola… è la base. E non si può pensare altrimenti.

La domanda sorge spontanea: scusa, perché hai un’Agenzia SEO allora

Domanda lecita: non ho mai voluto un’Azienda enorme ma una rete di Partner e Soci pazzesca. Preferisco lavorare a fianco di agenzie di comunicazione o di web marketing strutturate con le quali contaminare il mio team di grandi esperienze e forti confronti che gestire tutto internamente. Volevo occuparmi solo di SEO e contenuti fin da quando ho smesso di essere io la Responsabile di un’Agenzia e volevo che SEO e contenuti fossero l’accesso a sviluppi di mercati interni che amo: da bloginrete ai nuovi portali che vogliamo sviluppare per esempio.

Ma la SEO, nel 2022, vorrei che fosse davvero compresa da tutte le PMI italiane, che dovrebbero esigerla di default da ogni propria agenzia, perché senza gli altri canali di conversione non può stare, ma dall’architettura informativa del contenuto (le basi del sito web) fino alla creazione dei layout del sito accanto allo specialista UX, supporta nella costruzione della casa in cui fare business. Da quando si è online in poi, fino a quando Google sarà utilizzato dall’intera popolazione, avere l’opportunità di essere nelle prime posizioni per le ricerche che fanno i nostri potenziali clienti, non dovrebbe essere un optional ma un dovere.